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Shedir Pharma srl Miramag-K 20 bustine

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Nell’uomo la maggior parte degli organi vitali lavora, in condizioni di normalità, alla temperatura pressoché costante di 37°C (36.1° – 37.8°C).
Il corpo umano è sottoposto continuamente a scambi di calore con l’ambiente che lo circonda e, in particolare, la perdita di calore con l’ambiente circostante avviene attraverso:

  • radiazione: attraverso l‘emissione di onde elettromagnetiche;
    • convezione: attraverso lo scambio di aria e acqua dalla superficie cutanea;
    • conduzione: attraverso il contatto diretto con oggetti più freddi ed evaporazione di acqua prodotta dalle ghiandole sudoripare che ricoprono la superficie cutanea.

Quando questi meccanismi sono inefficienti o insufficienti ad un’adeguata dispersione del calore (per intensità dell’esposizione o per limitazioni patologiche della risposta omeostatica) la temperatura corporea interna aumenta causando uno stress all’organismo, soprattutto a carico del sistema cardiovascolare.
Un incremento di almeno 1°C porta all’attivazione di termorecettori presenti nella cute e negli organi interni. Il centro termoregolatore, che si trova nel sistema nervoso centrale, sulla base delle informazioni ricevute dai termorecettori periferici, influenza l’attività di organi effettori termici che rispondono attraverso una vasodilatazione cutanea con conseguente aumento di volume del circolo ematico cutaneo e una maggior produzione di sudore. Alcuni fattori, come ad esempio l’umidità, l’assenza di correnti d’aria o l’uso di farmaci anticolinergici, possono modificare questo tipo di risposta e determinare un incremento della temperatura corporea con rischio di danni diretti (stress da calore, colpo di calore, disidratazione, crampi, lipotimia ed edemi) o indiretti (aggravamento di condizioni morbose preesistenti).

Le ondate di calore possono:
• causare stress, spossatezza, crampi, grave disidratazione, eventi cerebrovascolari acuti;
• contribuire alla formazione di trombi;
• aggravare malattie polmonari croniche, patologie cardiache, disordini ai reni, malattie psichiche;
• interferire con le terapie antipertensive.

Anche se chiunque può soffrire di malattie legate al caldo, alcune persone devono essere considerate più a rischio, tra cui:
• bambini, sensibili agli effetti delle alte temperature
• anziani, che possono non compensare lo stress da caldo in maniera efficace, probabilmente perché meno sensibili e meno reattivi ai cambiamenti di temperatura
• individui sovrappeso, per la loro tendenza a trattenere maggiormente il calore corporeo
• persone che si sottopongono a troppo lavoro o esercizio fisico, perché sottoposte a disidratazione eccessiva.

EFFETTI DEL CALDO

CRAMPI

I crampi sono causati da uno squilibrio elettrolitico, da una carenza di sodio, dovuta alla perdita di liquidi, oppure derivano da una insufficienza venosa spesso associata ad edema alle caviglie.

Nel primo caso (squilibrio elettrolitico), i crampi si verificano negli anziani che assumono pochi liquidi o in persone che svolgono attività fisica senza reintegrare a sufficienza i liquidi persi con la sudorazione.

Nel secondo caso (carenza di sodio), i crampi compaiono in persone non acclimatate che, pur bevendo a sufficienza, non reintegrano i sali minerali persi. In questo caso, le persone possono presentare, oltre ai crampi, anche altri sintomi come cefalea, stanchezza e affaticamento.

Nella malattia venosa degli arti inferiori i crampi compaiono spesso durante la notte o dopo una prolungata stazione eretta.


COLPO DI CALORE

Il colpo di calore si manifesta con una ampia gradazione di segni e sintomi a seconda della gravità della condizione. I primi segni del danno da calore comprendono una combinazione di sintomi quali debolezza, nausea, vomito, cefalea, brividi, crampi muscolari e andatura instabile. Se il quadro clinico progredisce si manifestano alterazioni della coscienza di vario grado e intensità (stato d’ansia, stato confusionale, delirio). I soggetti più colpiti sono bambini e anziani.

SPOSSATEZZA DA CALDO

La spossatezza dovuta al caldo è una forma più lieve di indisposizione legata alle alte temperature, deficit che si può manifestare dopo alcuni giorni di esposizione al caldo e quando non si ha un’adeguata integrazione di liquidi. È la risposta del corpo alla perdita eccessiva di acqua e di sali contenuti nel sudore. Le persone più soggette a questo tipo di spossatezza sono gli anziani e coloro che soffrono di pressione alta o che lavorano e fanno esercizio fisico in ambienti caldi.

DISIDRATAZIONE

È la condizione conseguente a profuse perdite idriche, in genere dovute a sudorazione e iperventilazione, in assenza di adeguato reintegro. Si tratta quindi della disidratazione propriamente detta. E’ tipica dell’anziano in virtù della ridotta efficacia del meccanismo della sete. Si esprime con sintomi soprattutto di natura cardiocircolatoria e neurologica, ma il suo tempestivo riconoscimento presuppone la conoscenza di alcuni parametri vitali di base, in particolare della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa abituali.

ALTRE CONDIZIONI FISIOLOGICHE LEGATE AL CALDO

ATTIVITÀ SPORTIVA

Durante l’attività fisica, la temperatura interna del corpo sale molto rapidamente a causa del lavoro muscolare. Una delle principali funzioni dell’idratazione è quella di regolare la temperatura interna in modo che, quando questa sale, il corpo compensa con la sudorazione. Quando il sudore evapora, la pelle ed il sangue (a causa della vasodilatazione cutanea) si raffreddano. Questo raffreddamento ematico favorisce l’abbassamento della temperatura interna. Il corpo non può raffreddarsi adeguatamente quando sopravviene la disidratazione. Quando viene persa una quantità eccessiva di liquidi non rimpiazzata durante l’esercizio e la temperatura interna aumenta, possono realizzarsi alcune manifestazioni patologiche quali l’esaurimento da calore o il colpo da calore (descritto sopra). Stati di disidratazione crescenti provocano gradi crescenti di riduzione della performance fisica e mentale dell’atleta.


CONFEZIONE
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